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Black Sun - voci dall'apocalisse: la musica industrial

Aggiornamento: 22 ago

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di Luigi Corvaglia


Throbbing Gristle: gli aruspici dell’industrial magico


In principio furono i Throbbing Gristle — e, come ogni buona genesi underground, non c’era luce in quel principio. Da quella oscurità scaturì un rumore sporco e disturbante, qualcosa che non voleva essere musica e proprio per questo lo diventava.

Prima del "post-rock" Genesis P-Orridge, Cosey Fanni Tutti, Peter “Sleazy” Christopherson e Chris Carter erano l’anti-rock: non “suonavano” nel senso tradizionale, ma manipolavano suoni, immagini e corpi per creare un’esperienza che era al tempo stesso performance artistica, terrorismo culturale e rito esoterico urbano.

La loro nascita, a metà anni ’70, non avvenne tanto sulle ceneri del rock, quanto sulle macerie ideologiche del '68 e sulle pulsioni oscure della società britannica: pornografia, violenza, controllo, manipolazione — tutte messe in scena senza mediazioni. Nessuno aveva visto niente di simile prima. Certo, il tema centrale – l’alienazione dell’individuo nella società industriale – ricalcava quello già esplorato dai Pere Ubu con la loro "modern dance" e dai Devo con il loro rock "devoluzionista", e prima ancora fu toccato anche da figure come Frank Zappa, Brian Eno, Kraftwerk e Neu. Eppure, sebbene lo spirito fosse simile a quello del punk-rock, e idealmente ci fosse una sintonia con la new wave americana dell’epoca, il suono dei Throbbing Gristle, e tutto quello che da loro si diparte, risultava difficile da collocare nel panorama rock, da sempre ancorato agli strumenti classici: chitarre, basso e batteria.


I Throbbing Gristle, emergono dalle ceneri del collettivo artistico COUM Transmissions, celebre per lo scandalo generato dalla mostra Prostitution all’Institute of Contemporary Arts di Londra — una esposizione che includeva fotografie esplicite di sesso saffico, assemblaggi di coltelli arrugginiti, siringhe, capelli insanguinati, assorbenti usati, ritagli di giornale e documentazione fotografica delle performance di COUM a Milano e Parigi - uno scandalo che spinse un parlamentare Tory a definirli “wreckers of civilisation” (“distruttori della civiltà”). La definizione divenne celebre e funziona da emblema del loro impatto culturale. Ecco. Questo sarà l'industrial, il genere di cui il gruppo è considerato il pioniere, sia per il nome dell’etichetta Industrial Records, che come slogan aveva la frase “industrial music for industrial people”, sia per i temi delle loro "composizioni", centrate sulla decadenza della società industriale, così come per i suoni centrati su clangori metallici, brusii, schianti e rumore bianco.


Come già era avvenuto con il blues, nato nel sud degli Stati Uniti, ma incattivito in Gran Bretagna - dove arrivava dopo una fermata intermedia a Chicago, dove fu "elettrificato" - divenendo espressione della rabbia proletaria urbana di quel Paese, così il termine "industrial music" fu coniato da un americano, Monte Cazazza, compositore d’avanguardia californiano, ma fu a Sheffield, in Inghilterra, che il suo significato prese l’attuale connotazione. Performance artistiche degli anni Sessanta usavano già suoni abrasivi come colonne sonore, ma fu con il progresso tecnologico che queste sonorità poterono diventare più estreme. L’incontro tra arte concettuale e musica sperimentale, già avviato da Warhol e i Velvet Underground, fu ripreso e rielaborato in ambito post-punk e si radicò in Europa come metafora sonora della disumanizzazione industriale. La grigia Sheffield divenne l’emblema della società industriale, e gruppi come Throbbing Gristle e Cabaret Voltaire furono i messaggeri della fine per il tramite dei suoni delle fabbriche come simbolo dell’alienazione umana.  Le composizioni industriali, con la loro struttura infantile, barbarica, rumoristica e anarchica, sembravano incarnare i principi del futurismo e del dadaismo, ma in una versione sinistra ed inquietante che le rendeva profondamente distanti da qualsiasi altra forma artistica precedente.

Musicalmente, i Throbbing Gristle demolivano ogni convenzione: usavano rumori, loop meccanici, campionamenti dissonanti e distorsioni. Le esibizioni dal vivo erano vere e proprie cerimonie disturbanti: includevano pornografia, simbologia nazista, suoni industriali e testi ispirati a William S. Burroughs e Brion Gysin. Il loro suono non intrattiene: disorienta, sconvolge, evoca “un universo distopico”.

Il loro capolavoro Second Annual Report (1977), sottotitolato "musica dalla fabbrica della morte", è una suite cacofonica fatta di urla, respiri ansimanti, sirene, dialoghi rubati e clangori metallici: una liturgia del trauma moderno. La loro musica parla dei traumi interiori causati dalla civiltà industriale, dei corpi sacrificati alla macchina sociale. L'influenza di Stockhausen, della musique concrète, del free jazz e del noise più radicale rende queste composizioni più simili a rituali sciamanici urbani che a brani rock.


In definitiva, Throbbing Gristle non crearono solo un genere musicale, ma una lingua rituale sacrale e dissascrante al medesimo tempo. L’industrial si rivela infatti come il genere musicale più naturalmente affine all’esoterismo: non solo per l’estetica oscura o i riferimenti simbolici, ma per la sua struttura stessa. Il suono industrial è, in fondo, un atto magico: invoca forze primordiali, rompe i codici razionali, destruttura l’io. Centrale ne è il concetto di Cahos Magic (o Kaos Magick). Si tratta di una corrente esoterica nata negli anni ’70 che considera le credenze strumenti flessibili da adottare e abbandonare a piacere, privilegiando l’efficacia pragmatica rispetto alla coerenza dottrinale. Nella pratica, mescola tecniche magiche tradizionali, psicologia, cultura pop e sperimentazione personale, includendo l’uso di sigilli (simboli creati e “caricati” per agire sull’inconscio) e influenze artistiche-letterarie come il cut-up di William S. Burroughs, applicato alla manipolazione di linguaggi e simboli. Come nelle pratiche della Kaos magick, l'industrial usa rumori, simboli, cut-and-paste, ripetizioni e trance per alterare lo stato di coscienza. Il brano musicale, fra provocazione estetica e genuina visionarietà, si fa "sigillo" esso stesso, progettato per bypassare la mente razionale. L’ascolto quindi diventa rito, la performance una liturgia oscura, e l’arte si trasforma in un’esperienza liminale. È in questa tensione tra il sacro e il profano, tra l’incubo urbano e l’estasi arcaica, che nasce l’alchimia dell’industrial esoterico. Le performance e i suoni, che dal punto denotatitvo sono puro rumore, assumono una connotazione che ne fa incantesimi sonori, fonetici e visivi, i paradigmi dell’industrial come magia sonora.


Temple ov Psychick Youth (TOPY)


Scioltasi nel 1981, la formazione originaria dei Throbbing Gristle prese strade diverse: Tutti e Carter formarono i Chris & Cosey; Christopherson (detto Sleazy) e John Balance diedero vita a Coil. Questi ultimi sono stati uno degli esempi più estremi dell'intreccio tra musica e occultismo. Balance, interessato all'occulto fin dall'infanzia, fu introdotto dai Throbbling Gristle allo scrittore William Burroughs e al concetto generale di magia come pratica quotidiana. Il primo lavoro a firma esclusiva Coil, l'EP How to Destroy Angels (Laylah Antirecords, 1984), era un lungo pezzo strumentale, creato utilizzando strumenti tipici dei rituali d'iniziazione come il gong e il bullroarer (uno strumento rituale e sonoro molto antico, presente in varie culture del mondo, noto per il caratteristico ronzio o “rombo” che produce quando viene fatto roteare), ricoperti di sangue. Questi concetti, ispirati dalle pratiche del mago nero Aleister Crowley (1875-1947) e dall'alchimista John Dee (1527-1608), riflettevano il loro approccio esoterico e provocatorio alla musica e all'arte.

Tuttavia, il duo si era già fatto notare l'anno precedente per le sue performance dal vivo estremamente provocatorie, come quella tenutasi alla Air Gallery di Londra il 24 agosto 1983, con Nick Cave e Lydia Lunch tra il pubblico. Questa esibizione venne documentata molti anni dopo in una compilation dal titolo Coil + Zos Kia + Marc Almond, intitolata anch'essa How to Destroy Angels (Cold Spring, 2018). La copertina di questo album presenta un simbolo composto dall'unione di un triangolo, un pentacolo rovesciato e un esagramma unicursuale, un chiaro riferimento all'esoterismo crowleyano.

L'esibizione dei Coil non era un concerto tradizionale: fu definita da molti come «un lungo rituale sonoro finalizzato all'accumulazione dell'energia sessuale maschile». Durante lo spettacolo, Jhonn Balance (Coil) e John Gosling (Zos Kia), indossando perizoma sadomaso, legavano fili di ferro, si cospargevano di olio, sangue (non è chiaro se autentico o finto) e altre sostanze non ben identificate. Marc Almond, del gruppo Soft Cell, leggeva un testo, mentre Peter Christopherson suonava e azionava il nastro del brano How to Destroy Angels.

La performance raggiunse un livello inquietante quando Gosling iniziò a orinare copiosamente sul compagno. Nel finale, Balance crollava a terra, sfinito, e cominciava a contorcersi in convulsioni. Questo tipo di esibizione non era solo arte, ma un'esplorazione delle forze primordiali e del corpo umano come strumento di energia rituale.


Più o meno nello stesso periodo, P-Orridge, con l’aiuto iniziale degli stessi Coil e del produttore Alex Fergusson, fondò i Psychic TV come progetto di arte multimediale. Il gruppo divenne rapidamente un culto unendo elettronica proto-acid, psichedelia oscura e magia del caos. Attraverso la performance art, P-Orridge intendeva esplorare le potenzialità nascoste dell’essere umano, e fu proprio da questo impulso che nacque l'idea di affiancare al gruppo il Temple ov Psychick Youth (TOPY), un collettivo internazionale a metà tra performance art, rete magico-esoterica e culto carismatico. TOPY fu definito una "alleanza psichica visionaria" e anche "un anti-culto". Le idee di P-Orridge venivano da Aleister Crowley, ma anche dai miti di Jim Jones, l'uomo responsabile dell'eccidio di Jonestown, della Manson Family, responsabile della strage di Cielo drive, da William S. Burroughs e Brion Gysin, profeti della “generazione bruciata”. Burroughs e Gysin, che in gioventù ebbero contatti con la Scientology (da cui entrambi si allontanarono), influenzarono profondamente la filosofia del Tempio, in particolare l’idea che la società contemporanea eserciti un controllo invisibile sulle menti attraverso politica, cultura e media. TOPY proponeva il de-controllo come via per riconquistare sé stessi. Gysin, che morì nel 1986, lasciò loro in eredità la Dream Machine, un dispositivo stroboscopico che TOPY continuò a usare nei propri rituali per indurre stati alterati di coscienza, analoghi a quelli degli allucinogeni.

TOPY si proponeva come alternativa spirituale al conformismo e al controllo sociale, una alternativa basata su rituali quotidiani, "sigilli psichici", deprogrammazione mentale e meditazione sessuale. In quegli anni giunse alla convinzione che gli esseri umani possedessero un potenziale illimitato, ostacolato unicamente dai vincoli sociali e culturali imposti loro. Tale visione è chiaramente ripresa dai principi fondamentali espressi nel Libro della Legge di Aleister Crowley, il testo fondativo della magia thelemica: “La parola peccato è restrizione”.


Psychic TV
Psychic TV

P-Orridge identificava il problema dell’umanità nella progressiva anestesia della coscienza: le persone, secondo lui, vivrebbero in uno stato di sonno vigile, inconsapevoli del proprio potere interiore. I principali responsabili di questa condizione sarebbero la religione e la politica, visti come strumenti di controllo e conformismo. I membri del Temple erano coloro che, al contrario, avevano iniziato un processo di risveglio, mirato a esplorare il proprio potenziale e ad affermare la propria Vera Volontà — un concetto cardine nella religione di Thelema. Il principio guida era lo stesso proclamato da Crowley: “Fai ciò che vuoi sarà tutta la Legge”. In quest’ottica, TOPY promuoveva un approccio esistenziale basato sull’intuizione e lo scarico delle pulsioni, piuttosto che sull’adesione a leggi, regole o dogmi.

Elemento centrale di questo vivere intuitivo era l’espressione sessuale, che secondo TOPY doveva essere libera da ogni condizionamento sociale e guidata unicamente dai desideri autentici dell’individuo. La magia sessuale veniva quindi considerata lo strumento più potente per generare l’energia necessaria al processo di liberazione personale. Con il tempo, TOPY si sviluppò quindi come gruppo dedito alla magia rituale, abbracciando gli insegnamenti della tradizione esoterica ma reinterpretandoli in chiave contemporanea, se non post-moderna.

A differenza degli ordini magici tradizionali, TOPY affermava di rifiutare strutture gerarchiche, gradi iniziatici e rituali segreti, organizzandosi invece come una confraternita di pari, unita dalla condivisione di talenti e capacità complementari. In realtà, TOPY, pur dichiarandosi orizzontale, sviluppò presto una struttura gerarchica informale. Il suo rituale centrale era quello del Sigillo, da praticarsi ogni 23 del mese, nudi, scrivendo su un foglio la propria fantasia sessuale più intensa e cospargendolo con saliva, sangue, sperma, e la parola “OV” (orgasmo volontario), aggiungendo capelli e peli pubici, per poi inviare il tutto alla sede londinese. Dopo 23 rituali si diventava “Iniziati a pieno titolo”. Gli archivi del Tempio conservavano questi fogli in cassaforte, e i membri erano identificati con nomi rituali: “Eden” per gli uomini, “Kali” per le donne.

Il Tempio aveva centri (“tribù”) in UK, Europa e USA. Nel 1989 il bollettino del TOPY contava circa 600 abbonati. Alcuni suoi aderenti — come Hilmar Örn Hilmarsson, thelemita islandese e figura influente del neofolk nordico — furono influenzati da Scientology e dall’O.T.O. Il culto della sopravvivenza psichica e l’unione di sessualità, magia e arte si fondavano su pratiche chiaramente para-settarie.

Come scrisse Dan Siepmann su PopMatters nel 2019, TOPY degenerò in un sistema di controllo settario, con “un guru adorato da una cerchia di seguaci ossequiosi, annientamento dell’individualità, gerarchie rigide, regimi disciplinari e abusi psicologici sistematici”.


Coil con William Burroughs
Coil con William Burroughs

Secondo la testimonianza di Cosey Fanni Tutti nel suo memoir Art Sex Music, P-Orridge mostrava comportamenti violenti e manipolatori già ai tempi di COUM, inclusi coercizione sessuale, maltrattamenti fisici e psicologici, abusi sugli animali e gravi episodi di intimidazione. Dopo la fondazione di TOPY, il potere carismatico di P-Orridge assunse tratti apertamente sociopatici. Christopherson e Balance abbandonarono il gruppo, mentre TOPY scivolava dalla satira occulta a un totalitarismo che richiedeva “l’abbandono totale del Sé, anche a rischio del collasso mentale”.


Dopo il 1991, P-Orridge tentò invano di rilanciare un nuovo culto artistico-esoterico, The Process, in collaborazione con i Skinny Puppy. ispirato alla chaos magick e all’estetica cyber-esoterica, ma il progetto fallì. TOPY sopravvisse nominalmente fino alla morte di P-Orridge nel 2020, ma non riuscì mai a liberarsi dall’ombra del suo fondatore. La parabola della Temple ov Psychick Youth resta uno degli esempi più evidenti di come un movimento nato per combattere il controllo possa finire per incarnarlo.

Con la seconda moglie/compagna artistica Lady Jaye Breyer, P-Orridge, aveva intrapreso il progetto Pandrogeny: interventi chirurgici, ormoni e modificazioni estetiche per diventare “un unico essere” fisico e spirituale. Dopo la morte di Lady Jaye, nel 2007, P-Orridge continuò a identificarsi come parte di quell’entità “pandrogina”.


Altro esempio cruciale di esoterismo rock è Death in June, progetto di Douglas P., che ha usato in modo sistematico simboli totalitari e runici, sviluppando un culto estetico apocalittico dove la morte, la rovina e il trauma storico diventano oggetto di contemplazione quasi sacrale. Attraverso l'uso di simboli nazi-occultisti e iconografia totalitaria, la band ha creato un universo sonoro che mescolava la distruzione e la catarsi, rappresentando la morte non solo come fine, ma come passaggio verso una nuova forma di esistenza. La loro musica, intrisa di suoni oscuri e disturbanti, evocava un rituale di purificazione, dove la morte e la rinascita si intrecciavano in un ciclo perpetuo.

Con album come Nada! e But, What Ends When the Symbols Shatter?, Death in June è diventato un punto di riferimento per la scena neo-folk, definendo il suono e l’estetica del genere, fondendo chitarre acustiche, percussioni marziali e atmosfere post-industriali e influenzando generazioni di musicisti.

Il confine tra arte e ideologia si fa quindi sfocato, creando una zona grigia che alcuni interpretano come provocazione estetica, altri come codificazione spirituale.


Fu invece in un’altra orbita, tangente ma differente, che si mosse David Tibet, inizialmente dentro il giro di 23 Skidoo, Nurse With Wound e soprattutto i Coil. Proprio grazie a John Balance, Tibet entrò nel cerchio magico dell’industrial britannico, ma il suo sguardo era già rivolto altrove: misticismo cristiano, apocalittica biblica, poesia visionaria. Tibet divenne una figura di riferimento per alcuni membri fuggiti dal collettivo, aiutandoli a rielaborare il trauma psicologico. Da qui nacque Current 93, un progetto che partì con rumori esoterici e cut-up vocali per approdare, lentamente, a un folk ossuto e ossessivo, intriso di simbolismo religioso e profezie.

In questa genealogia, i Throbbling Gristle sono la scintilla che accende la catena: senza di loro non ci sarebbero stati Coil, Psychic TV e neppure Current 93. Il passaggio è come una mutazione virale: dal rumore puro e destabilizzante all’elaborazione sonora come veicolo di gnosi, dalla fabbrica al tempio, dalla performance-shock alla liturgia musicale. Laddove Genesis P-Orridge  ha incarnato un approccio trasgressivo, postmoderno e mutante, legato alla performance estrema, al cut-up di Burroughs, alla chaos magick e alla destrutturazione dell’identità (fino alla pandrogeny), David Tibet  ha sviluppato un percorso mistico-poetico e visionario, partito dall’industrial ma approdato a un folk apocalittico intriso di simbolismo cristiano, cabalistico e letteratura esoterica, con toni più introspettivi che provocatori. Orridge è l’alchimista del caos e della mutazione, Tibet il cantore dell’apocalisse e della rivelazione interiore.


Current 93. Il vangelo oscuro di David Tibet


Nel sottobosco della musica alternativa, tra post-industrial, folk apocalittico e misticismo esoterico, un nome risuona come un canto profetico tra le rovine: Current 93. Fondato nel 1982 da David Tibet, personaggio enigmatico, poeta visionario e sacerdote di un culto sonoro apocalittico, il progetto si è evoluto in un vero corpus spirituale musicale, costituendo un unicum nel panorama del rock esoterico contemporaneo.

Dalla violenza rituale dei primi dischi industriali, passando per l’inquietudine sacrale del folk acustico, fino alle invocazioni neoclassiche più recenti, Tibet ha costruito un universo sonoro che è insieme apocalisse e preghiera, inferno e liturgia, delirio e rivelazione.


Alle origini dell’Apocalisse: industriale e rituale


L'inizio di Current 93 è segnato da un'intensa fascinazione per l’occultismo e la sperimentazione sonora radicale. L'influenza di Aleister Crowley — da cui deriva il nome stesso del progetto— si traduce anche qui in un'estetica cerimoniale e nichilista, in cui la musica diventa strumento di evocazione e devastazione.

Il numero 93, da cui il progetto prende il nome, è centrale nella dottrina thelemica di Aleister Crowley. Esso rappresenta sia Thelema (Volontà) che Agape (Amore), due forze cosmiche fondamentali. Il "Current 93" è dunque la corrente spirituale che unisce Volontà e Amore: un flusso energetico cosmico, una vibrazione iniziatica.

David Tibet attinge a una vastissima rete simbolica: dai rituali magici e le formule crowleyane (come nel brano Lashtal, 1983), dai testi gnostici (Pistis Sophia, Thunder Perfect Mind), dalla cabala e dalla angelologia ebraica, dalla tradizione cristiana apocrifa e da autori come lo scrittore mistico William Blake, l'alchimista Jacob Böhme, lo scrittore del soprannaturale Arthur Machen e Thomas Ligotti, un autore contemporaneo di racconti horror, pessimista e fautore della de-natalità. che ha anche suonato in alcuni brani dei Current 93.

L’universo poetico di Current 93 è intriso di dualismi mistici: luce e tenebra, caduta e redenzione, corpo e spirito, infanzia e morte. In questa visione, l’Apocalisse non è distruzione, ma svelamento dell’invisibile.

Nel brano Where the Long Shadows Fall, Tibet ripete per 19 minuti un canto angelico in loop: un mantra apofatico che svuota l’ascoltatore per prepararlo alla rivelazione. In Hitler As Kalki, la figura dell’avatar induista della distruzione viene reinterpretata come simbolo ambiguo di rinnovamento escatologico, fondendo ebraismo, cristianesimo e mitologia orientale.

La voce stessa di Tibet — tremula, implorante, spesso più recitata che cantata — è uno strumento oracolare: è l’elemento che invoca, evoca, espone al pericolo.

I primi lavori, come la cassetta Live at Bar Maldoror (1983), mostrano una struttura ritualistica: suite lunghissime, collage vocali, urla distorte, mantra, rumori cosmici e loop infernali. Alone Into the Alone e Only Shadows of Hooks sono tra i primi vertici della "saga satanica" del gruppo, veri e propri incubi sonori sospesi tra Stockhausen e Diamanda Galás.

Con Nature Unveiled (1984), Current 93 raggiunge la forma più pura della propria messa nera. L’opera, dedicata all’Anti-Cristo e alla perdizione universale, fonde cori gregoriani, mantra, elettronica dissonante e testi apocalittici in due lunghe suite — Ach Golgotha e The Mystical Body of Christ in Chorazaim — che rappresentano un inno musicale alla dannazione eterna. Qui la voce non canta: invoca.

Il successivo Dogs Blood Rising (1985) esplora ancora più a fondo la componente vocale come strumento evocativo: la voce di Tibet si frantuma, si moltiplica, si disintegra nel dolore. Raio No Terrasu, con i suoi 14 minuti di pathos distorto, è un viaggio negli abissi dell’anima.


Dall’inferno al canto: la mutazione folk


A partire da Imperium (1987), Tibet compie una svolta radicale. Gli elementi industriali lasciano progressivamente spazio a strumenti acustici — flauti, liuti, viole da gamba — e a riferimenti a un cristianesimo medievale e dolente. La musica si fa più interiore, i testi meno aggressivi ma non meno inquietanti: la fine del mondo è ormai una rivelazione mistica, non più una distruzione.

Dischi come Swastikas for Noddy (1988) e Earth Covers Earth (1989) abbandonano i toni cacofonici per esplorare una spiritualità pagana e rurale. Tibet si avvicina all'estetica della Incredible String Band, trasformandosi in un bardo apocalittico, cantore di visioni e memorie ancestrali.


L’epoca d’oro: Michael Cashmore e il folk cameristico


Con l’ingresso del compositore Michael Cashmore, Current 93 inaugura la sua fase più raffinata e compiuta. A partire da Island (1991) e Thunder Perfect Mind (1992), il suono si apre a orchestrazioni neoclassiche, cori angelici, madrigali rinascimentali e suggestioni ambient. Tibet canta (non solo,  recita), si abbandona alla melodia, mantenendo intatta la carica visionaria dei testi.

Brani come A Song for Douglas After He’s Dead, Fields of Rape o Oh Merry-Go-Round rappresentano il culmine emotivo e compositivo del progetto. L’apice sarà raggiunto con Of Ruine or Some Blazing Starre (1994) e la trilogia Inmost Light (1995–1996), culminante nell'inquietante The Inmost Light Itself, dove voci infantili vengono inghiottite da un vento ultraterreno.


Il lutto come offerta


Nel 2000, con Sleep Has His House, Tibet affronta la morte del padre con un disco-requiem in cui la musica è ridotta a droni, silenzi e preghiere laiche. Il lutto diventa una liturgia del vuoto, dove la commozione è tragica ma mai retorica.

Con Bright Yellow Moon (2001), realizzato con Steve Stapleton, Tibet recupera la dimensione espressionista e ambientale dei primi lavori. In Faust (2000), ritorna al potere evocativo della voce, stavolta ridotta a puro spirito elettronico.


L’ultima fase: inni e catarsi


Con Black Ships Ate the Sky (2006), Tibet riunisce una costellazione di voci per interpretare il lamento funebre Idumea. Il disco è una vera liturgia corale apocalittica, in cui l’orchestrazione torna sontuosa, e i temi spirituali si fanno solenni, universali.

Seguono Aleph at Hallucinatory Mountain (2009), Baalstorm, Sing Omega (2010), The Light Is Leaving Us All (2018): dischi che alternano invocazioni neoclassiche, folk celtico, dark ambient e riflessione eretica. Tibet è ormai un cantore escatologico, non più un semplice performer. Ogni disco è una stazione, un vangelo apocrifo.


Conclusione: una via dell’occulto cristico


David Tibet è uno dei pochi artisti capaci di trattare l’occultismo senza cedere al sensazionalismo. La sua è una teologia negativa in forma di musica: non canta il diavolo, ma il vuoto, la grazia che si rivela attraverso la perdizione.

Ogni album di Current 93 è un gradino:

  1. Nature Unveiled – trauma della caduta

  2. Dogs Blood Rising – discesa negli inferi

  3. Imperium – misticismo medievale

  4. Island – trasformazione alchemica

  5. Thunder Perfect Mind – gnosi rivelata

  6. Of Ruine… – spoliazione dell’Io

  7. Black Ships… – sintesi apocalittica

Come Blake, come Böhme, come Artaud: Tibet è un profeta che urla nel deserto, ma alcuni lo ascoltano.

"All art should be an offering. Everything else is noise."

E Current 93 è rimasto fedele a questa dichiarazione. Un’offerta, dunque. Oscura, mistica, a suo modo commovente.

 
 
 

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