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Il paradigma del pistolero strabico


Luigi Corvaglia


Ci sono due modi per fare centro. Uno è avere una buona mira e colpire il cerchio più interno del bersaglio. Un altro è colpire a caso e disegnare il bersaglio intorno al buco che abbiamo prodotto. Questo secondo sistema è più efficace, ma solo se nessuno sta guardando mentre spariamo.

Un gruppo di sociologi che ha monopolizzato lo studio dei "nuovi movimenti religiosi" è un buon esempio del secondo tipo. Radunati intorno al Centro Studi Nuove Religioni (CESNUR) di Torino, questi autori portano avanti in centinaia di articoli reciprocamente accreditatisi, in una sorta di peer-review incrociata, un'unica e semplice nozione, cioè che la manipolazione mentale sia un mito. Ne consegue che quello delle "sette" che abusano degli adepti è solo un "panico morale" creato da un fantomatico movimento anti-sette" destituito di credibilità scientifica. In soldoni, la gente entra e rimane nei culti distruttivi per libera scelta e dopo una valutazione razionale. Tale narrazione si svolge nella completa indifferenza per la mole enorme di studi di psicologia sperimentale, di neuropsicologia e di psicologia sociale sulla persuasione e sull'influenza sociale. È infatti acclarato da decenni che le scelte individuali e collettive sfuggano alla razionalità e la mente umana sia prona a suggestioni ed errori sistematici utilizzabili da chi voglia guidarle (Tversky & Kahneman, 1979; Cacioppo & Petry, 1984; Damasio, 1984; Zimbardo, 2002; Budzynska & Weger, 2011) .

C'è chi per questi studi sulla manipolabilità della mente ha vinto un Nobel: Daniel Kahneman. L'influenza sociale e la potenza della percezione di sè come parte di un gruppo (auto-categorizzazione) nella determinazione delle azioni è patrimonio consolidato del sapere scientifico (Turner, 1987, 1991, Turner & Reynolds, 2012). L'esistenza di tecniche persuasive è la base delle strategie di marketing e di propaganda politica (Cialdini, 2017; Sharot, 2018).

Nonostante questa incontrovertibile mole di dati sulla persuasione acquisiti dalle discipline che hanno la reale pertinenza su tali studi, i summenzionati sociologi ribadiscono in coro che "la scienza" ha rigettato la teoria della "lavaggio del cervello". Quale scienza? La loro, ossia gli studi basati su dati come le percentuali di proselitismo e ritenzione nei nuovi movimenti religiosi.

Tutti gli studi di psicologia e neurobiologia non contano. Questo modo di agire è paragonabile a quello di un gruppo di ragazzi che rifiutasse di giocare a calcio e decidesse quindi di recintare un nuovo campo di gioco, più piccolo, definissero quindi le regole di un nuovo gioco, decidendo chi può giocare e chi no, e per finire affermassero che quelli che giocano al calcio tradizionale non stanno realmente giocando a calcio. Ecco, ciò equivale a costruire il bersaglio attorno al buco.

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